di Giovanna Casadio, Repubblica.it, 23 maggio 2021
Nei giorni scorsi il premier Draghi al G20 ha proposto lo stop al diritto esclusivo delle aziende produttrici del farmaco immunizzante. L’ex ministra della Salute: “Nessun interesse privato può frapporsi alla produzione e alla disponibilità di un bene comune, che è l’unica strada per assicurare la salute di tutti. Il Pd dovrebbe avere più coraggio e intestarsi la battaglia per la sospensione dei brevetti sui vaccini. Ora poi, ci saranno risorse importanti per la sanità nel Pnrr: serviranno anche se aumenterà il fondo sanitario nazionale. L’impreparazione del nostro sistema sanitario davanti alla pandemia, è dipesa anche dal sottofinanziamento degli ultimi vent’anni”. Rosy Bindi, ex ministra della Salute, ex presidente della commissione Antimafia, cattolica democratica, dà battaglia su vaccini e riforma della sanità. “Il sistema sanitario italiano va ricondotto a unità: 21 sistemi sanitari regionali non ne fanno uno nazionale”, denuncia.
Bindi, lei ha scritto con lo scienziato Silvio Garattini una lettera-appello al premier Draghi per una moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini, ora il governo italiano si sta impegnando in quella direzione: la strada è stata presa?
“Penso che la nostra lettera abbia avuto una risposta che lascia ben sperare, anche se ci sono incertezze, non tanto in Italia ma in Europa. L’apertura del presidente Usa Biden ha spianato la strada a una decisione giusta ma anche conveniente. Il Parlamento europeo ha fatto la sua parte e vanno ringraziati coloro che in quella sede si sono battuti”.
Tuttavia il vaccino bene comune è un imperativo etico su cui Papa Bergoglio insiste, ma realizzare questo obiettivo è difficile, non crede?
“Papa Francesco ha cominciato a parlare di vaccini per tutti e a tutti quando i vaccini non c’erano ancora e ha aperto la strada. Non sempre le cose giuste sono facili da realizzare, soprattutto quando per ottenerle bisogna intervenire sul sistema che è organizzato in tutt’altro modo. Non abbiamo mai avuto un atteggiamento semplicistico su questo e sappiamo quanto sia complicato arrivare alla soluzione. Non solo bisogna liberalizzare o sospendere provvisoriamente i brevetti, ma è anche necessario avere l’apparato produttivo adeguato. Sono pochi i Paesi al mondo che lo hanno e persino l’Europa si è trovata spiazzata rispetto ai vaccini più innovativi: i processi da mettere in atto sono molti per mettersi in condizione di avere un apparato industriale in grado di produrli. E la disponibilità di produrli a basso prezzo e renderli accessibili a tutti è l’altra buona notizia venuta dal summit sulla Salute del G20 a Roma”.
Ma la ricerca delle aziende private va sostenuta.
“Certo va sostenuta, come avvenuto in questi mesi. I costi per l’innovazione che sono messi a vantaggio di tutto il mondo vanno supportati con risorse pubbliche, però…”
Però?
“La decisione della sospensione dei brevetti è giusta e anche, ripeto, conveniente. Nessun interesse privato può frapporsi alla produzione e alla disponibilità di un bene comune, che è l’unica strada per assicurare la salute di tutti. Questa pandemia ci ha imposto l’interdipendenza reciproca. Un virus ha fermato tutto il mondo, un vaccino può rimettere in moto tutto il mondo. Solo se tutto il mondo riparte siamo sicuri e in grado di progettare un nuovo futuro. Ma no ci dobbiamo solo vaccinare per tornare come prima. Dobbiamo vaccinarci, vaccinare tutto il mondo e essere in grado di cambiare il paradigma che ci ha portato fin qui e che ha prodotto questo disastro”.
Concretamente?
“Questo modello di sviluppo non regge. La politica e le istituzioni devono essere in grado di guidare il mercato, non di subirne la potenza. Si è scatenata una guerra commerciale persino sui vaccini. Ci sono beni comuni imprescindibili: la salute, il lavoro, l’ambiente, la cultura. Sono le priorità che riguardano il nostro stare insieme. I processi sono globali e devono essere governati globalmente. È la lezione di questa pandemia, altro che sovranismi! Ci vuole una politica in grado di orientare i processi globali”.
Vorrebbe che il Pd si intestasse questa battaglia?
“Il Pd dovrebbe avere più coraggio. La battaglia in Europa ha visto protagonisti gli europarlamentari dem. Ma la questione dei brevetti sui vaccini e della sanità penso qualifichi la politica di un partito in questo momento. Ci saranno risorse importanti nel Pnrr per la sanità: sono risorse per investimenti, non sono utilizzabili per la spesa corrente. Se vogliamo che quelle risorse producano gli effetti sperati, dobbiamo aumentare il fondo sanitario nazionale. L’impreparazione del nostro sistema sanitario davanti alla pandemia è dipesa anche dal sottofinanziamento degli ultimi vent’anni”.
Sui brevetti per Enrico Letta dovrebbe battere un colpo di sinistra come la dote ai diciottenni finanziata con la tassa di successione?
“La battaglia per la tassa di successione per i grandi patrimoni da destinare ai giovani è una proposta che creerebbe più giustizia. Me ne aspetto un’altra. Oggi è l’anniversario della strage di Capaci e della morte di Giovanni Falcone, della moglie e della sua scorta: non si possono allentare le regole per gli appalti, perché questo sarebbe il più grande regalo alla mafia”.
Tornando alla Sanità. Il commissario Figliuolo sui vaccini cerca di mettere in riga le Regioni, non riuscendoci.
“Il sistema sanitario italiano va ricondotto all’unità: 21 sistemi sanitari regionali differenziati non fanno un sistema sanitario nazionale. Una forte regionalizzazione come la nostra ha bisogno di una forte guida sanitaria nazionale”.