Più fondi per la sanità, le regioni ci provano

di Matteo Cosulich

La Regione Emila Romagna ha approvato, il 31 luglio scorso, una proposta di legge di iniziativa regionale rivolta al Parlamento (leggi qui), per assicurare al Ssr un’adeguata copertura finanziaria. La stessa proposta è stata approvata anche dalla Toscana e dalla Puglia, mentre nelle altre regioni sarà presentata (a cura del PD) ai Consigli regionali. La proposta prevede un incremento del FSN di 4 miliardi all’anno per i prossimi 5 anni, con l’obiettivo di raggiungere il 7,5% del PIL, il superamento dei vincoli di spesa per il personale e il contrasto all’evasione fiscale per la copertura finanziaria.

L’Associazione Salute Diritto Fondamentale sostiene l’iniziativa.
Matteo Cosulich, professore di diritto Costituzionale presso l’Università di Trento, spiega perché la proposta di legge di iniziativa regionale può costituire un forte impulso per indirizzare le scelte politiche del legislatore statale nella direzione di rafforzare il Ssn.

COME FUNZIONA?

Nell’architettura dello Stato regionale italiano, disegnata dalla Costituzione repubblicana, sono previsti alcuni, rari, momenti di partecipazione delle Regioni alla formazione della volontà dello Stato. Proprio perché assai limitati, detti momenti esprimono fortemente la volontà di coinvolgere le Regioni nella determinazione delle politiche statali.

Nella prospettiva ora indicata, le Regioni, tramite i loro Consigli, possono instaurare un procedimento legislativo nelle Camere del Parlamento, attraverso la presentazione di una proposta di legge (art. 121, co. 2 Cost.). Si tratta di una facoltà riconosciuta a ciascun Consiglio regionale, singolarmente considerato; ma è pur vero che la presentazione del medesimo testo di proposta di legge da parte di più Consigli regionali ne rafforza il peso politico.

La presentazione di proposte di legge statale da parte delle Regioni è destinata a interessare soprattutto quegli ambiti in cui si sovrappongono – più o meno armonicamente – competenze statali e competenze regionali. Altrimenti detto: si tratta di indirizzare la legislazione statale quand’essa interviene in materie anche regionali, vale a dire nelle materie di competenza concorrente, la più importante delle quali è certamente la “tutela della salute” (art. 117, co. 3 Cost.), anche alla luce del suo peso nei bilanci regionali.

La presentazione di una proposta di legge statale in materia sanitaria, da parte di un numero significativo di Consigli regionali, costituisce così un forte impulso per indirizzare le scelte politiche del legislatore statale nella direzione di adeguare il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard e di superare i vincoli di spesa puntuali relativamente al personale. In tal modo, le indicazioni regionali vanno nella direzione di rafforzare il SSN, rendendolo nuovamente capace di perseguire l’obiettivo costituzionale di tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività (art. 32 Cost.).

I progetti di legge di iniziativa regionale iniziano il loro iter alle Camere più rapidamente e su di essi può essere audito un rappresentante del Consiglio regionale proponente (art. 74 regolamento Senato). Vi è quindi un qualche favor nei loro confronti che conferma l’importanza del coinvolgimento delle Regioni nel procedimento di formazione delle leggi dello Stato.

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