La metafora della rana bollita: schizziamo furori dalla pentola prima che sia troppo tardi
Editoriale per Epidemiologia e Prevenzione, di Nerina Dirindin.
“Il principio della rana bollita è estremamente utile per cercare di comprendere cosa sta accadendo nel nostro Paese. Se metti una rana in una pentola piena di acqua bollente, la rana schizza fuori immediatamente; se la metti in una pentola piena di acqua fredda e piano piano alzi la temperatura, la rana si adatta progressivamente al calore e, quando l’acqua diventa bollente, non ha più la forza di reagire e muore. È quanto stiamo osservando”.
In questo editoriale per Epidemiologia e Prevenzione, Nerina Dirindin usa la nota metafora della rana bollita per esporre la situazione sanitaria del nostro Paese. Come ben sappiamo, la pandemia ha colpito il Sistema sanitario nazionale (SSN) italiano in un momento di forte debolezza. Adesso la fase emergenziale della pandemia sembra essere passata, ma le restrizioni a carico del welfare sembrano destinate a continuare. Viste le due nuove emergenze che stiamo affrontando, quella energetica e quella geopolitica, non sorprende che (come espone il documento di economia e finanza di aprile) la spesa sanitaria pubblica riprenda a diminuire nel post-pandemia. Questo impoverimento del welfare, però, non appare più giustificabile in ragione di fattori esterni.
Nella sanità, l’emergenza ha da sempre convissuto con l’ordinario. Concentrarsi soltanto sulla prima, potrebbe invece far emergere ulteriori debolezze nei settori trascurati. Questo è proprio quanto è accaduto con la pandemia, che ha svolto un ruolo di acceleratore del processo di lenta e progressiva sostituzione di parte del servizio pubblico con il mercato privato. Questo processo, lento e costante, è in quanto tale estremamente pericoloso. Proprio come la rana, ci stiamo incosciamente abituando al progressivo cambiamento, quando dovremmmo saltare fuori dalla pentola il più in fretta possibile.