«Ho fatto un casino», calcolatrice alla mano, così ha detto la Presidente del Consiglio per dimostrare come il suo Governo avrebbe aumentato la spesa pro-capite di 398 euro dal 2019. Peccato che il “casino” non sia dovuto solo all’impacciato uso della sottrazione, ma anche al maldestro tentativo di intestarsi le scelte dei governi precedenti dei quali l’attuale premier era all’opposizione. I numeri hanno la testa dura, come ha dimostrato Rosy Bindi su La7 (clicca per rivedere) mostrando la tabella che pubblichiamo (clicca e scarica), e dicono che per raggiungere la cifra indicata dalla premier occorre sommare perlomeno gli incrementi dal 2018 al 2024; al massimo gli incrementi dovuti alle ultime due leggi di bilancio ammontano a 137 euro. Vedremo cosa cambierà dopo l’approvazione della legge di bilancio per il 2025, ma ad oggi la proposta del Governo si distingue per l’incremento percentuale della spesa pro-capite più basso dal 2019, sotto il 2%.
Segnaliamo inoltre che la valutazione più indicativa di quante risorse pubbliche sono destinate alla sanità (FSN) va fatta in rapporto al prodotto interno lordo (PIL ); questo grafico (clicca e scarica) mostra i dati consolidati e la tendenza fino al 2030 se nulla cambia. Inquietante.
Peraltro, le mistificazioni non si limitano ai numeri; tentando di sollevare il Governo da qualche imbarazzo, giornalisti di primo piano sostengono che le liste d’attesa sarebbero responsabilità addirittura della ministra Bindi, cioè a far data dagli anni 1997-2000… Ecco, in proposito, l’estratto di tre provvedimenti a firma Bindi (clicca e scarica) che dicono esattamente il contrario: magari il Governo andasse su questa strada -come talvolta pare affermare, pur non citando gli autori di quelle scelte- decisa 25 anni fa e mai compiutamente applicata dagli esecutivi che si sono succeduti e dalle regioni governate dal centrodestra!
Le bugie hanno le gambe corte o i nasi lunghi, ma rimangono pur sempre bugie.