Un’iniziativa popolare: firma contro l’autonomia differenziata
Un’Italia disunita, con l’autonomia differenziata delle Regioni, è la prospettiva che si apre con il governo Meloni. Per fermarla, puoi firmare per una legge d’iniziativa popolare che cambi gli articoli 116 e 117 della Costituzione.
Il 10 novembre si è ufficialmente avviata la raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare di riforma degli articoli 116 e 117 della Costituzione. L’iniziativa è di un gruppo di cittadini che fanno riferimento al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, con primo firmatario Massimo Villone. Hanno già firmato Rosy Bindi, Nerina Dirindin, Marco Geddes.
È necessario raccogliere 50.000 firme entro sei mesi affinché la proposta abbia validità e possa essere trasmessa al Parlamento per la discussione.
ll disegno di legge: tre semplici punti
Il disegno di legge non prevede una riscrittura radicale del Titolo V. Interviene realisticamente solo sui punti di maggiore pericolo per l’unità della Repubblica evidenziati già nel dibattito 2017-2019 sul regionalismo differenziato, e poi successivamente nell’esperienza della lotta alla pandemia. Si tratta di una riforma chirurgica, orientata a correggere errori manifesti, e a prevenire danni ulteriori.
La proposta si concentra su tre punti:
- La riscrittura del terzo comma dell’articolo 116, che consente alle regioni a statuto ordinario di fare richiesta di nuove competenze, relativamente ad alcune materie.
- La parziale riscrittura dell’elenco delle materie per le quali è possibile richiedere maggiore autonomia, con lo spostamento di alcune di esse dalla potestà concorrente a quella esclusiva dello Stato.
- L’introduzione, nell’articolo 117, di una clausola di supremazia a tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica.
Non solo protesta: la proposta avrà un grande effetto
Non si tratta di una iniziativa velleitaria, di mera protesta. La presentazione di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare non è destinata a restare senza effetto per almeno due motivi:
- Il nuovo Regolamento del Senato (art. 74) ha definito con maggiore precisione l’iter di un simile disegno di legge, di cui è assicurato l’approdo nel calendario di aula.
- È necessario promuovere un dibattito affinché le forze politiche e le rappresentanze parlamentari discutano e assumano responsabilità sul tema. I sostenitori dell’autonomia differenziata hanno sempre tentato di agire in silenzio, di derubricarla a questione tecnico-amministrativa, di sostenere che interessi solo i cittadini delle regioni coinvolte e non tutti gli Italiani. Questa iniziativa può cambiare le cose.
Puoi sottoscrivere la proposta anche tramite il sito.
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