Gentile Ministro, le nostre associazioni sono da tempo impegnate nella difesa, nel rilancio e nel rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale. In particolare abbiamo individuato nella riforma delle Cure Primarie e nel potenziamento dell’assistenza di prossimità il cuore delle nostre proposte.
A questo proposito, riteniamo che:
il SSN debba essere sorretto da risorse pubbliche e adeguate, sostenute dalla fiscalità generale a carattere progressivo;
sia necessaria una nuova visione complessiva del Servizio Sanitario Nazionale sempre più integrato con i Servizi Sociali, basato su Cure Primarie secondo l’approccio della “Primary Health Care”, come indicato dall’Organizzazione Mondiale per la Salute;
il rinnovamento di tutta l’Assistenza Primaria italiana rappresenti un obiettivo strategico e non più rinviabile;
sia necessario dotare le Cure Primarie di professionisti adeguati in numero, composizione, formazione e forma contrattuale.
Tali considerazioni sono ampiamente illustrate nel Libro Azzurro per la Riforma delle Cure Primarie, di cui ci permettiamo di farLe avere una copia.
Riteniamo che la Sanità Pubblica, nell’ambito di un’idea di salute come progetto sociale trasversale, stia a cuore a tutti. Riteniamo strategico l’intervento riformatore per potenziare i Servizi Sociali e Sanitari territoriali. In particolare è cruciale il riordino delle Cure Primarie, con al centro la Casa della Comunità, quale luogo di partecipazione diretta delle persone di quel territorio e all’interno della quale venga portato avanti il lavoro in équipe interdisciplinari e in rete con il territorio e l’ospedale: si creino così le condizioni affinché sia la casa il primo luogo di cura. Tutto questo riconoscendo nel Distretto Sociale e Sanitario integrato, in quanto agenzia di salute del suo territorio, la cornice istituzionale-organizzativa vincolante, rigorosamente pubblica, per la promozione e la tutela della salute.
Riteniamo che tutto ciò debba rappresentare una priorità per il Ministro della Salute.
Ci preme sottolineare che un’ampia letteratura scientifica, già a partire dagli anni ’90, ha dimostrato l’efficacia della Primary Health Care, mettendone in luce il favorevole rapporto costo-efficacia: a fronte di un investimento iniziale, produce un forte risparmio a medio e lungo termine, con miglioramento delle condizioni di salute dell’intera popolazione, riduzione delle patologie e delle complicanze e quindi anche dei ricoveri ospedalieri e degli accessi in pronto soccorso. Lapartecipazione in salute e l’utilizzo più appropriato dei trattamenti e delle risorse disponibili sul territorio determinano, inoltre, un aumento dell’equità in salute e dell’efficacia delle cure.
Consapevoli che un processo riformatore di tale portata sia possibile solo assicurando la più ampia partecipazione della società civile e degli attori coinvolti, ancor più non avendo riscontrato nel discorso alle Camere della Presidente del Consiglio alcun cenno alla necessità di rilancio della Sanità Pubblica e di potenziamento dei servizi territoriali per la salute, manifestiamo la nostra disponibilità, auspicando che Lei voglia avviare un confronto. In questo senso Le chiediamo un primo incontro, anche in vista di un evento nazionale che vorremmo organizzare, espressamente dedicato alla Riforma delle Cure Primarie e al rilancio del SSN.
Nell’inviarLe i migliori auguri di buon lavoro, restiamo in attesa di un Suo riscontro.
Mercoledì, 26 Ottobre 2022
Campagna Primary Health Care Now or Never; ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani; AICP – Accademia Italiana Cure Primarie; AsIQuAS – Associazione Italiana per la Qualità della Assistenza Sanitaria e Sociale; AIFeC – Associazione Infermieri di Famiglia e di Comunità; Associazione APRIRE – Assistenza Primaria In Rete; Associazione La Bottega del Possibile; Associazione Comunità Solidale Parma; Associazione Prima la Comunità; Associazione Salute Diritto Fondamentale; Associazione Salute Internazionale; CARD – Confederazione delle Associazioni Regionali di Distretto EURIPA Italia – European Rural and Isolated Practitioners Association; Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri –IRCCS; Movimento Giotto; SItI – Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica; Slow Medicine ETS.
Aderiscono anche il movimento NoGrazie e l’associazione Connettere Salute.
Rete Salute Welfare Territorio
Salute Diritto Fondamentale; Associazione Salute Internazionale; CoPerSaMM (Conferenza Basaglia); Sos Sanità; Lisbon Institute of Global Mental Health; Campagna PHC now or never, Fondazione Franca e Franco Basaglia.
I programmi elettorali per la Sanità sono, in genere, pieni di affermazioni assai ovvie: una premessa che esalta o almeno rende omaggio alla sanità pubblica e, in particolare, ai suoi operatori in riferimento al loro comportamento, alla loro dedizione nel corso della pandemia; un impegno generico a rafforzare l’assistenza di base e, più in generale, la sanità territoriale; l’obiettivo dichiarato a ridurre le liste di attesa; l’affermazione di voler procedere a dotare gli ospedali di adeguate tecnologie e di informatizzare il sistema sanitario sviluppando la telemedicina e, infine, l’obiettivo di assicurare futuri adeguati finanziamenti alla sanità. Grosso modo, questo è quanto leggibile in molti programmi… ci mancherebbe! In alcuni le affermazioni sono più limitate e ancora più generiche.
Il problema, dunque, è come farsi un giudizio critico e dare, conseguentemente, una qualche valutazione delle proposte che vengono avanzate in questa campagna elettorale.
In primo luogo, si dovrebbe tener conto di cosa è stato attuato e dichiarato nel precedente decennio, con responsabilità diversificate in ragione del rispettivo ruolo politico e istituzionale. Si può ovviamente obiettare che è legittimo e anche doveroso cambiare idea, e che l’esperienza pandemica può aver contribuito a un ripensamento critico. Certamente. Ma, appunto, un ripensamento “critico” che, senza pretendere un “Auto da fé”, faccia un’analisi del passato e ne identifichi i limiti e le criticità e anche – non sarebbe male – le responsabilità.
Inoltre, si richiede che alla base del programma vi sia una elaborazione ampia, seppure questa possa essere esplicitata in una sintesi. Una elaborazione che per alcune forze politiche, almeno le più consistenti, quelle che da tempo riflettono – o dovrebbero farlo – sulle tematiche del welfare, si basi su una letteratura e documentazione di riferimento, che qualifichi la sintesi che propongono agli elettori. Per le formazioni o raggruppamenti che sono, come dire, emersi più recentemente o in questa occasione elettorale, ci attenderemo una “articolazione ad hoc” delle proprie idee e dei propri progetti, non avendo, legittimamente, una precedente elaborazione a cui fare riferimento.
Infine, un po’ di concretezza. A fronte di obiettivi generali e spesso ovvi, una qualche indicazione di come raggiungere tale meta.
Questi, in sintesi, i criteri di valutazione che utilizzeremo in questa breve disanima.
(I testi dei programmi analizzati sono quelli disponibili sul web al 30/08/2022)
Discussione pubblica con la Rete SWT:
Benedetto Saraceno, Elena Rubatto, Franco Rotelli, Emmanuele Pavolini, Margherita Miotto, Gavino Maciocco, Marco Geddes, Giovanna Del Giudice, Nerina Dirindin
ID riunione: 820 8140 3977
Sul canale di Salute Diritto Fondamentale
Conclusione di
Intervengono
Daniela Barbaresi, segretaria nazionale CGIL
Ignazio Ganga, segretario nazionale CISL
Domenico Proietti, segretario nazionale UIL
Alessio D’Amato, assessore alla salute Regione Lazio
Lamberto Bertolè*, assessore welfare e salute Comune di Milano
Andrea Morniroli, Forum Disuguaglianze Diversità
don Virginio Colmegna, ass. Prima la Comunità
Flavio Lotti, Marcia Perugia-Assisi
Gisella Trincas, Unasam – Coordinamento salute mentale
Fulvio Lonati, Alleanza per la riforma delle cure primarie
*in attesa di conferma
Ad aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento Economia e Finanza (DEF) 2022, collegato alla Legge di Bilancio 2023.
Tra le 19 riforme collegate al Documento, il disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata” suscita grande preoccupazione, in particolare per il settore sanitario. Le problematiche evidenziate dalle Regioni a statuto ordinario che hanno portato avanti la richiesta di maggiore autonomia sono certamente reali, ma sono anche (e soprattutto) comuni a tutte le regioni. Ed è proprio come problematiche comuni che andrebbero affrontate: a livello nazionale.
Se così non fosse, tutto ciò che si otterrebbe sarebbe un ulteriore aumento dei divari nella tutela del diritto alla salute della popolazione, oltre che un inutile dispendio di risorse.
Per discutere di autonomia differenziata in sanità vi invitiamo alla tavola rotonda di giovedì 16 Giugno (ore 17), trasmessa in diretta sul canale YouTube dell’Associazione.
Il Servizio sanitario nazionale è arrivato impreparato allo scontro con il COVID-19. Certo, i campanelli di allarme sono stati molteplici, ma tutti sistematicamente ignorati. La Sanità Pubblica ha infatti subito un lento e continuo indebolimento. La Sanità Pubblica è reduce da anni di de-finanziamento, tagli dei posti letto, riduzioni del personale, impoverimento della medicina territoriale e della prevenzione.
Nonostante ciò, è stata in grado di far fronte alla situazione di emergenza grazie alla professionalità e alla dedizione dei suoi operatori.Non basta il forte sentimento di gratitudine verso tutti gli operatori, che pure è doveroso: è necessario rafforzare la Sanità Pubblica.
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