Covid-19, occasione per rivedere le priorità in sanità

di Dino Delvecchio

Riceviamo questa lettera da un nostro socio medico di famiglia e volentieri pubblichiamo

Questa drammatica situazione di emergenza legata al Covid19 poteva essere la triste occasione per rivedere le priorità in sanità e adeguare il sistema ad un livello di efficienza superiore. Non è così .

Cosa ha funzionato in questo periodo epidemico? Ha funzionato il buon senso e la disciplina dei cittadini che hanno adottato le misure di contenzione suggerite. Ha funzionato il sacrificio anche estremo degli operatori della sanità che hanno dato e continuano a dare il massimo del contributo per fronteggiare l’emergenza. Ha funzionato l’impegno della buona politica e della buona amministrazione che ha fatto quel che poteva; nessun problema allora, nessuna mancanza sembrerebbe, già sembrerebbe così se non ci fossero domande che attendono risposte.

Esiste un piano straordinario per far fronte a catastrofi naturali tipo terremoti o alluvioni non un piano attuativo per emergenze biologiche. Ci siamo ritrovati senza maschere, senza camici, senza respiratori, senza personale medico ed infermieristico, senza reparti prontamente attrezzabili senza sufficienti posti letto in terapie intensive e rianimazioni. Abbiamo assistito a personale che si difendeva con materiale di riciclaggio o mascherine fatte in casa come le tagliatelle per contare poi ogni giorno medici ed infermieri contagiati e ammalati o nel peggiore dei casi toccava aggiornare l’elenco dei deceduti.

Il territorio è stato totalmente abbandonato perché qualcuno ha deciso che non serviva , che non aveva bisogno di strumenti di protezione che era sufficiente aprire nuovi reparti, spesso per altro mai utilizzati per nostra fortuna, con  il risultato che o rischiavi la pelle lottando a mani nude contro un nemico invisibile o migliaia di soggetti fragili non ricevevano più le cure che solo qualche mese prima erano nei livelli essenziali di assistenza e che se non osservati ti impedivano di avere i finanziamenti statali ed eri in piano di rientro.

Oggi con la mitizzata fase due si aprono non meno inquietanti scenari. Chi aveva visite specialistiche o esami da eseguire nei mesi da Gennaio ad oggi viene respinto perché occorre adeguare gli ambulatori alle misure di prevenzione del Covid-19, vengono soddisfatte solo le urgenze. Ma un controllo di un cardiopatico o di un diabetico prenotato a Settembre scorso e previsto a Maggio può spostarsi di un semestre o è una necessità attuale? Temiamo che passato il Covid pagheremo caro il prezzo di avere dimenticato che tutte le altre malattie non hanno cessato di affliggerci.

Abbiamo chiesto come ordine dei medici e sigle sindacali di ricevere informazioni cliniche ed epidemiologiche sulla crisi in atto, abbiamo chiesto di essere consultati non già per decidere ma solo per eventualmente dare un contributo da parte di chi i problemi li vive  in prima linea, la risposta è stata di attendere il bollettino delle 18:00 e quanto a confronto siamo ancora in attesa.

Sappiamo già come andrà a finire, si vedono già i primi segnali concreti, con i medici sul banco degli imputati per omissioni compiute da chi aveva la responsabilità porvi rimedio per tempo.

ASL (Brescia) che chiedono consulenze legali per accertare profili di responsabilità dei medici nell’assistenza nelle RSA e ASL (BAT) che chiedono ai medici rapporti circa le condizioni di salute degli anziani ricoverati in strutture private convenzionate. Accuse di disimpegno del territorio laddove il territorio non è stato coinvolto in nessun modo nella gestione dell’epidemia. Il tutto condito da pretese di legiferazioni assolutorie erga omnes.

Passata l’epopea eroica temo che a scaldarsi le mani con il cerino che passa di mano in mano saranno gli operatori sanitari  e resteranno in pochi a ricordare venti anni di smantellamento del SSN, venti anni di sottrazione di risorse finanziarie, tecnologiche e soprattutto umane. Saranno anche in pochi temo a ricordare i 160 medici, gli infermieri e i 30.000 cittadini che non risponderanno alla chiamata elettorale prossima ventura.

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