In questi mesi abbiamo più volte affermato che è necessario utilizzare bene le ingenti risorse messe in campo dall’UE per reagire alla grave emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia. Abbiamo rivendicato un uso appropriato e rigoroso dei finanziamenti per orientarli decisamente verso un modello di prevenzione e di assistenza ad alta integrazione socio sanitaria, diffusa nel territorio. Abbiamo anche criticato duramente la prime bozze (gennaio 2021) di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; riconosciamo che qualcosa è cambiato, si sono fatti passi in avanti – ad esempio per la non autosufficienza, l’assistenza domiciliare integrata e i progetti per alternative all’istituzionalizzazione delle persone anziane e con disabilità – ma rimangono gravi lacune da colmare.